giovedì 6 giugno 2013

La “casta” di IREN

Pubblichiamo di seguito l’elenco dei componenti del cda della potente multiutility Iren che oggi gestisce, sui territori di Parma, Reggio Emilia, Piacenza, Genova e Torino le nostre risorse comuni ( energia, acqua e rifiuti). Iren S.p.a. è la responsabile delle gestione di tali beni in una forma privatistica, mirata esclusivamente al profitto.
Riteniamo sia giusto svelare i nomi, e con essi gli interessi che legano indissolubilmente i vertici di questa azienda allo scambio di poltrone tra partiti politici (pd e pdl). Non possiamo ignorare il fatto che il movimento 5 stelle a Parma , che in campagna elettorale aveva sferrato un forte attacco ad Iren e alla gestione privata delle risorse comuni, oggi ne stia legittimando l’esistenza a tal punto da pretenderne, in accordo con il pd, la vicepresidenza.
Due anni fa (Giugno 2011) un referendum aveva sancito l’incompatibilità tra interessi privati e i beni comuni.
Oggi l’esistenza di Iren (s.p.a. a maggioranza pubblica) rappresenta l’emblema della mancata applicazione della sovranità popolare espressa attraverso quel voto.

Iren è frutto della fusione tra enti gestori delle risorse territoriali (una volta pubblici poi diventati privati), in province e comuni amministrati da esponenti del Partito Democratico o dei partiti a esso precedenti (ds,pds). Iren, dunque, è a tutti gli effetti un’emanazione del Pd. Dato, questo, che provoca ben poco stupore rispetto al Partito Democratico, da sempre coerente con la gestione privata delle risorse.

Ciò che ci stupisce è la resa del movimento 5 stelle ed il tradimento della volontà popolare espressa nel referendum del 2011. Dopo l’esito del referendum, il Pd era salito sul treno dei vincitori, tatticamente, per raccoglierne i consensi. Invece, il movimento 5 stelle si era proclamato soggetto del cambiamento, capace, ci aveva raccontato, di ribaltare i rapporti tra privato e pubblico a favore del secondo.
Dopo un anno di governo di questa città, ci sentiamo di dire che ha solamente illuso i suoi elettori, che in buona parte l’avevano votato per superare il meccanismo di gestione privata e clientelare della democrazia e delle risorse.
Oggi il movimento 5 stelle è responsabile del mantenimento di tali poteri e quindi compartecipe della privatizzazione dei beni comuni.
Sarà possibile notare, scorrendo i nomi del cda di Iren, che i soggetti al timone dell’azienda sono noti perché ai vertici delle maggiori imprese private (banche, finanziarie o multinazionali) nonchè, in alcuni casi, membri dei precedenti governi del nostro Paese.
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Roberto Bazzano –presidente esecutivo-

Guadagna 500 mila euro all’anno e lo aspetta una buonuscita di 1,5 milioni di euro. In più percepisce anche 50 mila euro daFederutility , controllata da Iren. Ha attribuito incarichi allo studio legale internazionale Freshfields Bruckhaus Deringer Llp di cui il figlio di Bazzano, l’avvocato Enrico, è socio. Lo studio legale in questione avrebbe seguito il progetto Olt per la costruzione di una piattaforma rigassificatrice al largo di Livorno, e le vicende Sinit (Sinergie Italiane) partecipata di Iren Mercato, ora in liquidazione per un deficit di 92 milioni

Francesco Profumo-il candidato più papabile per la nuova presidenza-

Presidente della Prima Facoltà di Ingegneria del Politecnico di Torino dal2003 al 2005; dal 1º ottobre 2005 assume la carica di Rettore. Il suo rettorato è stato caratterizzato da una forte spinta verso la collaborazione con diverse aziende internazionali (comeGeneral Motors, Microsoft e Motorola)

È attualmente Presidente di Columbus, del Forum Torino e del Panel 09 del Comitato di Indirizzo per la Valutazione della Ricerca (CIVR) del MIUR. Già membro del Consiglio di Amministrazione di Reply, di FIDIA S.p.A., Unicredit Private Bank, il 12 aprile 2011 è stato nominato membro del Consiglio di Amministrazione di Telecom Italia. Svolge inoltre ruoli di Consigliere per Il Sole 24 Ore e diPirelli & C.; è membro del comitato di indirizzo di Italianieuropei. Il 16 novembre 2011 è stato nominato ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca del governo Monti.


Lorenzo Bagnacani- nominato da movimento 5 stelle di Parma vice presidente-

Dal 2008 è amministratore delegato di Greenvision Ambiente Photo Solar srl, azienda che opera nel settore delle energie rinnovabili, specializzata in impianti fotovoltaici industriali. Dal 2011 è anche amministratore delegato di Ladurner Energy srl, una Esco (Energy Service Company). Dal 2012 è amministratore unico di Idecom srl. Per cinque anni, dal dicembre del 2003 al giugno del 2008, ha ricoperto il ruolo di capo progetto nella direzione risorse umane della banca Credito Emiliano (Credem) per conto della direzione centrale di Reggio Emilia. In precedenza aveva ricoperto diversi ruoli nel settore bancario, sempre presso il Credito Emiliano (product manager dei servizi telematici alle imprese).
Roberto Garbati -Amministratore delegato-
Amministratore Delegato di IRIDE S.p.A. (dal 31/10/2006), Amministratore Delegato e Direttore Generale di IRIDE Energia S.p.A., Amministratore Delegato di IRIDE Servizi S.p.A , Presidente di AES Torino (dal 9/6/2006). In ambito UNIPEDE (Unione Internazionale produttori e Distributori di Energia Elettrica), l’ing. Garbati ha partecipato ai lavori del Comitato di Studio “Idraulica ed altre Energie Rinnovabili” e del Gruppo permanente “Prevenzione e Sicurezza”. In FederUtility (Federazione delle Imprese Energetiche e Idriche), è membro del Comitato di Presidenza, del Consiglio Direttivo e della Commissione Permanente Elettricità. Da luglio 2008 è membro del Consiglio Direttivo dell’Unione Industriale di Torino. Da gennaio 2009 è membro della Giunta diConfservizi Piemonte. Nella galassia Iren non c’è un posto per un solo Garbati, ma per due dirigenti con questo cognome. Sono due fratelli: Roberto è amministratore delegato di Iren, Giuseppe invece ricopre un incarico nella società Valle Dora Energia srl, in cui Iren è socio di maggioranza relativa con il 49% delle azioni. Nel recente passato, prima della nascita di Iren, Giuseppe Garbati è stato indicato come dirigente dell’area idroelettrica di Iride Energia.

Andrea Viero -direttore generale nominato da Del Rio (Partito Democratico)-

condannato per ben due volte dalla Corte dei conti per danno erariale. Da luglio 2010 ricopre il ruolo di Direttore Generale e membro del Comitato Esecutivo di Iren S.p.A. È inoltre Amministratore Delegato di Iren Emilia ed Iren Ambiente, controllate al 100% da Iren S.p.A. Tra le altre cariche ricoperte: Consigliere di Amministrazione di Edison SpA, Membro del Comitato Direttivo di Delmi SpA, Consigliere di Amministrazione di Transalpina di Energia Srl sino al perfezionamento dell’operazione di cessione di Edison ad EDF e acquisizione, con A2A, di Edipower. E’ inoltre Amministrotore Delgato di TRM, dopo che la società, che detiene la proprietà del Termovalorizzatore di Torino, è stata acquisita in joint venture con F2i. Continua a svolgere attività di formazione con la SDA e l’Università Bocconi.

Franco Amato -amministratore nominato dal Partito della Libertà-

Ex giovane segretario del Psi torinese, poi diventato potente direttore nella Regione Piemonte ai tempi della presidenza di Enzo Ghigo (erano lui e l’ altra ex socialista Carla Spagnuolo i due consiglieri politici più ascoltati dal governatore azzurro), Amato lasciò piazza Castello dopo l’ elezione di Mercedes Bresso nonostante il centrosinistra gli avesse chiesto di rimanere. Preferì accettare l’ offerta di Pininfarina che lo voleva alla direzione Comunicazione e Immagine.

Paolo Cantarella -amministratore nominato da Chiamparino (Partito Democratico)

Ha iniziato a lavorare in aziende torinesi operanti nel settore della componentistica per auto con l’incarico di direttore generale. Entra in Fiat nel 1977 nel settore Componenti Automobilistici. All’inizio con il ruolo di assistente del capo settore, successivamente con diversi incarichi operativi di tipo tecnico e commerciale. Nel 1980 è nominato assistente dell’amministratore delegato della Fiat SpA. Contemporaneamente dirige il coordinamento industriale intersettoriale del Gruppo. Nel 1983 è nominato amministratore delegato di Comau SpA, società del Gruppo Fiat che opera nel settore dei mezzi e sistemi di produzione. Nel 1989 assume la responsabilità della Direzione Approvvigionamento e Distribuzione di Fiat Auto. Nel 1990 è nominato direttore generale di Fiat Auto e alla fine dell’anno amministratore delegato e responsabile del settore Automobili del Gruppo Fiat. Il 28 febbraio 1996 assume l’incarico di amministratore delegato della Fiat SpA, che lascia nel giugno 2002. Dal 2000 al 2001 è stato presidente dell’ACEA(European Automobile Manufacturers Association). Ha fatto parte del Consiglio di Amministrazione di TOROC (Olimpiadi di Torino 2006). È consigliere di IREN SpA, Finmeccanica e del Teatro Regio di Torino; è membro dell’Advisory Board di Mandarin Capital Partners, è operating partner di Advent International, un fondo di private equity. E’ stato artefice della diversificazione del Lingotto nel ricco business dell’energia con la conquista del gruppo Montedison.

Alberto Clò –amministratore nominato dal Partito Democratico-

Docente universitario di economia (dal 2006 è professore Straordinario in Economia industriale ed Economia dei servizi pubblici presso l’Università di Bologna) ed esperto di politiche energetiche, è stato Ministro dell’industria, commercio ed artigianato nel Governo Dini. Fa parte del Consiglio d’amministrazione di Atlantia. Noto alla cronaca per aver “ospitato” nella sua casa di campagna nel 1978 la discussa seduta spiritica a cui parteciparono Romano Prodi e Mario Baldassarri (oltre al fratello di Clò) dove venne rivelato il nome “Gradoli” dove sarebbe stato tenuto prigioniero Aldo Moro. Furono mandati Carabinieri ed esercito a rastrellare il comune di Gradoli senza risultati. Si ritiene che Moro o i suoi rapitori potessero essere stati per un periodo in un appartamento a Roma in Via Gradoli che si scoprì successivamente essere usato dalle Br. È consigliere di Atlantia, Eni, Italcementi, ASM Brescia e De’ Longhi.

Marco Elefanti-amministratore-

Il prof. Marco Elefanti direttore amministrativo dell’Ateneo Università Cattolica del Sacro Cuore dal 1° gennaio 2011. Una delle università private più importanti d’Italia legata alla rete di affari della Chiesa.

Carla Patrizia Ferrari-amministratore-

E’ Amministratore Delegato di EQUITER (già FIN.OPI) dal 2002.Laureata In Economia e Commercio presso l’Università degli Studi di Genova, entra a far parte del Gruppo Bancario San Paolo di Torino nel 1987 come “Responsabile dell’Osservatorio Economico del Servizio Studi” della filiale di Francoforte. Nel 1999 diventa Direttore Generale di Sinloc, finanziaria di partecipazioni della Compagnia di SanPaolo, e dal 2000 al 2007 ricopre anche la carica di Amministratore Delegato. Dal 2004 al 2007 è Responsabile della Direzione “Enti e Aziende Pubbliche” del Gruppo Sanpaolo IMI. Dal 2004 al 2006 ricopre la carica di Direttore Generale diBanca OPI (Gruppo Intesa Sanpaolo) e dal 2006 al 2007 quella di Amministratore Delegato. Dal 2003 al 2007 è Vice Presidente diFinpiemonte S.p.A., Istituto Finanziario Regionale Piemontese. Dal 2006 al 2010 è membro del Consiglio di Amministrazione di IREN, società nata nel 2010 dalla fusione tra IRIDE ed ENIA. Attualmente è membro del Consiglio di Amministrazione di Ambienta Sgr dal 2008.

Ernesto Lavatelli-amministratore nominato da Marta Vincenzi (Partito Democratico)-

E’ il titolare dello Studio Legale Lavatelli, è considerato in quota a Marta Vincenzi attraverso la società di Ingegneria del marito di cui è Consulente Legale. E’ anche nel Consiglio della Fondazione Teatro Carlo Felice. E’ associato al suo studio il membro del PD Avv. Alessandro Arvigo.

Ettore rocchi-amministratore-

Dal 1997 al 2002 è stato membro del Consiglio di Amministrazione dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Dal 1995 al 1997 è stato membro della Commissione Amministratrice di A.M.C.M., azienda municipalizzata gas, acqua ed elettricità del Comune di Modena. Dal 1997 al 2003 è stato membro del Consiglio di Amministrazione di Meta S.p.A., azienda energetica e ambientale al tempo operante in 23 Comuni della provincia di Modena. Dal 2001 al 2004 è stato membro del Consiglio di Amministrazione di Metasviluppo S.r.l., società controllata da Meta S.pA. per la vendita di energia sul mercato libero. Dal 2003 al 2005 è stato membro del Consiglio di Amministrazione di TESA – Territorio Energia Sviluppo e Ambiente, azienda energetica e ambientale del Comune di Piacenza, operante anche in diverse altre aree della provincia.Dal 2003 al 2005 è stato Presidente del Consiglio di Amministrazione di EFESTO S.p.A., società operante nel campo energetico e ambientale del Gruppo AGAC di Reggio Emilia. Dal 2005 al 2007 è stato membro del Consiglio di Amministrazione di ACQUAENNA S.p.A., società operante nel campo idrico e ambientale del Gruppo Enìa S.p.A. di Parma. Dal 2004 è membro del Consiglio di Amministrazione di Progeo Mangimi S.p.A., società del settore mangimistico e della nutrizione animale del Gruppo Progeo Soc. Coop.Agr. di Reggio Emilia. Dal 2005 è membro del Consiglio di Amministrazione di Parmareggio S.p.A., società del Gruppo Granterre/Unigrana di Modena leader nel mercato nazionale del ParmigianoReggiano. Dal 2007 è Presidente del Consiglio di Amministrazione di Enìa Energia S.p.A.,società operante nel campo energetico del Gruppo Enìa S.p.A. di Parma.


Alcide Rosina-amministratore-

Dal 1965 al 1984 ha rivestito la carica di amministratore delegato della Navigazione Alta Italia (NAI), società quotata in borsa e leader nazionale nel settore dei trasporti di carichi petroliferi. Dal 1984 è stato amministratore delegato del gruppo Finmare, la finanziaria dell’Iri proprietaria di tutta la flotta pubblica nazionale, di cui ha guidato la ristrutturazione, operazione propedeutica alla successiva privatizzazione, e ha avviato il primo grande progetto per le “autostrade del mare”, teso al trasferimento su navi di un’importante aliquota dei trasporti su gomma. Lasciata per propria decisione la Finmare, è dal 1994 presidente di Premuda SpAin cui detiene la posizione di azionista di controllo relativo. Premuda, gruppo armatoriale fondato a Trieste nel 1907 e quotato in Borsa dal 1918, dispone di un’importante flotta per un totale di oltre 2 milioni di tonnellate, principalmente orientata al trasporto dei carichi liquidi e delle grandi rinfuse secche (minerali, carbone, grano); tra queste navi spiccano due unità da 115.000 tonnellate idonee alla navigazione nei ghiacci dell’Artico. Nel 2003 il gruppo è entrato nel settore dell’off-shore, realizzando un’unità FPSO da 81.000 tonnellate che estrae greggio da un campo marino in Australia, ne fa un primo trattamento e lo trasferisce su altre navi. Rosina è stato il primo, è sinora l’unico, italiano a far parte del Board of Directors dell’American Bureau of Shipping; è Chairman del Comitato Italiano ABS; è stato presidente di Confitarma ed è attualmente membro della Giunta della Camera di Commercio di Genova e consigliere di Iride SpA, società multi-utility quotata in Borsa.Nel 2006 è stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere del Lavoro; è membro del consiglio di amministrazione di Efibanca, della Giunta della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Genova, Consigliere di Iride Spa e della Fondazione Carlo Felice di Genova.


Ricordiamo brevemente come Iren s.p.a., che doveva essere un esempio di efficienza, al 2012 vantava un debito di 2,8 miliardi di euro, ed una perdita di valore del titolo in borsa di -76% in un anno, per i mancati guadagni dei Comuni soci e per i compensi mirabolanti di manager e amministratori.
Possono queste persone svolgere un ruolo di tutela dei beni comuni?
Possiamo lasciare nelle mani di questa lobby le nostre risorse?
E ancora, sul movimento 5 stelle:
è compatibile con la tutela e salvaguardia dei beni comuni (uno dei principi cardine del M5S) pretendere la vicepresidenza di questa azienda, invece che rescindere i contratti che regolano la gestione del sistema idrico e della raccolta rifiuti a Parma?
E’ possibile che, pur non esistendo alcun contratto che regoli lo smaltimento dei rifiuti, possa passare inosservato il passaggio che, senza alcuna gara d’appalto, conferisce la gestione di questo servizio ad Iren rinnovando in modo completamente opaco la sua capacità di attingere alle risorse pubbliche, saccheggiando le casse comunali?
E’ compatibile coi concetti di partecipazione e democrazia, che emergono come fiori all’occhiello del programma targato M5S, laconcertazione del comune sui dividendi di Iren , con buona pace della volontà popolare che il 12 e 13 giugno del 2011 ha chiesto la ripubblicizzazione dei servizi locali?
Quando non ci si oppone al potere delle lobby e delle banche si è complici!
Il 15 giugno a Parma scenderemo in piazza perché la volontà popolare e i beni comuni possono essere tutelati solo dalla capacità che i/le cittadin# hanno di mobilitarsi sui territori.
Contro gli interessi delle banche, del pd, del pdl e del movimento 5 stelle che legittimano la rapina delle nostre risorse.
Per la democratica gestione delle risorse comuni contro la speculazione finanziaria imposta dalle lobby economiche e di partito. Pretendiamo l’immediata interruzione dei contratti con Iren sulla gestione e smaltimento dei rifiuti e quello della gestione del servizio idrico locale.
Assemblea Permanente No Inceneritori

La “libera” Assemblea Permanente No inceneritori risponde al comunicato stampa a firma GCR


Si metta un punto fermo: l’Assemblea Permanente No Inceneritori, non ha nulla a che fare con colori o bandiere politiche.
Si rinunci pure ad ogni tentativo di derubricare questa assemblea come “ragazzata”.
Il percorso dell’Assemblea Permanente si è costruito, da 9 mesi a questa parte, sulle forze e sul cuore della spontanea partecipazione dei cittadini di Parma a questo processo costituente dal basso.
Nasce dall’esigenza di non porre la parola “fine” al capitolo sulla chiusura dell’ inceneritore.
Si alimenta della volontà di opporsi fermamente a chi vuole speculare sulla salute e sulla vita di chi vive il nostro territorio.
Abbiamo individuato nell’iter di costruzione ed accensione dell’impianto le anomalie giuridiche e le mancanze politiche, abbiamo espresso tutto il nostro dissenso, ripopolando di nuova linfa le strade, le piazze, disponibili persino a bloccare con i nostri corpi l’arrivo dei camion di rifiuti all’ingresso del cantiere di Ugozzolo.
Perché giudicavamo e giudichiamo tutt’ora, illegittima la costruzione e l’accensione  dell‘inceneritore.
Perché giudichiamo Iren indisturbata protagonista in negativo e colpevole, con il beneplacito delle istituzioni locali, di mettere a rischio una città intera e di piegarla ad interessi privatistici, ai profitti, sempre a scapito della nostra salute e del nostro ambiente.
Abbiamo articolato e rimesso al centro del dibattito politico la strenua difesa dei beni comuni: beni pubblici, a disposizione della collettività e da assoggettare a processi decisionali realmente partecipati dalla comunità, da sottrarre fermamente ad ogni forma di speculazione privata.
E quando parliamo di difesa dei beni comuni, parliamo delle grandi battaglie referendarie per l’acqua pubblica, delle mobilitazioni contro le grandi opere speculative.
Abbiamo sottolineato i rischi per le produzioni agroalimentari all’interno della food valley, con particolare attenzione ai produttori locali ed al mondo del biologico, del genuino e del naturale, oggi più che mai messo alla gogna.
Più di ogni altra motivazione, abbiamo inteso rimettere al centro, nell’agenda pubblica di Parma, la parola Democrazia.
Il diritto della cittadinanza a poter scegliere di non volere impianti come gli inceneritori, di non vedere deturpata la propria terra, di non respirare aria irrimediabilmente inquinata, di non compromettere la qualità della vita delle future generazioni
Queste sono le nostre motivazioni ed intenzioni, alla luce delle quali ci pare oltremodo inappropriato il comunicato del GCR (gestione corretta rifiuti e risorse).
E ci sentiamo, dunque, di porre delle semplici domande:
come potete additare dei cittadini, come“partitisti” e “avventori dell’ultima ora” proprio quando il Gcr è in affanno e riduce la sua attività contestualmente alla strenua difesa nell’operato della giunta comunale ?
Pensate davvero possibile delegare tutta l’azione e tutte le istanze di cui l’AGCR si faceva portatrice all’operato istituzionale?
Come può il GCR, continuare a replicare, a contraddire e dare del “capzioso” a chi ha effettuato – con serietà e competenza -  16 appelli, rivelatisi indispensabili per dimostrare tutte le anomalie in fase di accensione del forno e le responsabilità giuridiche dei soggetti interessati, amministrazione comunale compresa?
Con che faccia può continuare il GCR a dichiarare di voler proseguire quella battaglia – che è sempre stata anche la “sua” – contro l’inceneritore e poi, nei fatti, ostacolare e infamare chi invece continua tenacemente a combatterla ?
Con che faccia arrivano addirittura a sabotare una libera manifestazione della cittadinanza?
Forse con la stessa faccia con cui sono stati avvezzi a dialogare con Villani, ex vicepresidente di Iren?
A queste domande, La Gestione Corretta Rifiuti, dovrà rispondere e dar conto, non all’Assemblea Permanente No Inceneritori, bensì ad una città intera ed alle nuove generazioni che la ci vivranno.
Ad un Paese in mano alla speculazione ed agli interessi di parte. dove la dignità e i diritti vengono all’ultimo posto e spesso repressi; dove i beni comuni sono calpestati e la democrazia viene presa a “calci” dai palazzi che detengono il potere.
Sono questi i motivi che ci spingono a costruire una manifestazione aperta, composita, eterogenea.
Manifestazione che il 15 giugno rivedrà i cittadini di Parma nuovamente riversarsi nelle strade, per riprendersi il protagonismo di una comunità trasversale ai giochi di partito, unita nel chiedere la chiusura dell’inceneritore, non riducibile, di certo, al becero egoismo di un’associazione.
Inoltre, per onestà si vuole ricordare, come, a diverso titolo, come gruppi o liberi individui, da anni ci battiamo per la sconfitta del“mostro”,  attivi anche all’epoca dellle “manifestazioni senza bandiere” osannate dal GCR.
La differenza sta nel non aver fatto della battaglia all’inceneritore, strumento per ambire e raggiungere “poltrone di lusso” dell’aministrazione comunale.
Bensì, abbiamo continuato questa battaglia dal basso, con umiltà e monolitica determinazione.
Per riaprire un ciclo, un percorso, tutt’altro che interrotto, tutt’altro che finito.
Ci sentiamo partecipi di una città, capace ancora di esprimere la volontà di opporsi all’accensione dell’inceneritore, ancora pronta realmente a spendersi in questa lotta.
Non ammortizzata o frenata da interessi politici,  non dichiaratamente schierata ed esautorata dalla vittoria elettorale del movimento 5 stelle, di oramai un anno fa.
Ci dispiace e ci rammarica, in questo, denotare la drammatica fine del comitato principe dell’opposizione all’inceneritore di Ugozzolo.
Come si è potuto leggere poco più di una settimana fa, il GCR, invitava alla sobrietà e al silenzio.
Bene, ma ricordiamoci che il silenzio, ad oggi, ci rende complici di chi vuol attentare alla democrazia, alla salute e all’ambiente sul nostro territorio.
E per noi , libere e liberi, cittadine e cittadini, diventa motivo in più per riprendere con maggior forza e coraggio il cammino.
Prima tappa: 15 giugno, ore 15, Piazza Garibaldi.
ASSEMBLEA PERMANENTE NO INCENERITORI

Sequestro inceneritore in Cassazione ricorso dichiarato inammissibile

I giudici della sesta sezione hanno accolto la richiesta del procuratore generale di dichiarare inammissibile l’appello del procuratore Laguardia, così come gli avvocati difensori dei tredici indagati: il no al sequestro è definitivo

No definitivo al sequestro dell’inceneritore di Parma. I giudici della sesta sezione della Cassazione hanno dichiarato inammissibile il ricorso con cui il procuratore Gerardo Laguardia aveva chiesto l’annullamento della decisione del tribunale del Riesame di Parma, che lo scorso dicembre rigettò la richiesta dei sigilli al Paip.
Nell’udienza che si è tenuta mercoledì mattina a Roma, davanti a un collegio di cinque giudici, era stato lo stesso procuratore generale a chiedere l’inammissibilità del ricorso della Procura di Parma. Lo stesso hanno fatto gli avvocati difensori dei 13 indagati nell’inchiesta per presunte violazioni nell’iter di realizzazione del Paip. La Suprema Corte ha accolto le richieste: non sarà la magistratura a dire stop ad incenerimenti ed emissioni, come forse era speranza di molti anche nei palazzi comunali.
Non sono ancora note le motivazioni della decisione, che saranno depositate nelle prossime settimane. Due i motivi principali per l’inammissibilità del ricorso portati all’attenzione dei giudici da pg e avvocati. Il primo, è che l’appello alla Suprema corte per i provvedimenti cautelari (come quello del Riesame di Parma che lo scorso dicembre ha detto no ai sigilli) può essere ammesso solo se vengono riscontrate nella sentenza violazioni di legge. Il procuratore Gerardo Laguardia ha fondato il ricorso su una “manifesta contradditorietà”.
Un altro motivo sarebbe la carenza di interesse nel sequestro, perché non sarebbe stata impugnata la parte della sentenza in cui il Riesame dichiara che non vi sono le esigenze per il blocco cautelare dell’impianto. Questo nonostante il tribunale di Parma abbia riscontrato un solido impianto accusatorio per molti dei reati contestati, che vanno dall’abuso d’ufficio, all’abuso edilizio e al peculato. Lo stesso Riesame aveva “suggerito” che per Emanuele Moruzzi, ex superdirigente del Servizio Ambiente del Comune, poteva configurarsi la corruzione. Nonostante il rigetto dei provvedimenti cautelari nei tre gradi di giudizio, comunque, l’indagine penale continua a fare il suo corso.
IL COMMENTO DI IREN - Ecco la nota stampa diramata dalla multiutility dopo la decisione dei giudici: “Iren Ambiente sottolinea l’impegno garantito in questi anni per la realizzazione di un’opera voluta dalle Istituzioni nell’interesse della comunità locale e per adempiere agli obblighi normativi nazionali ed internazionali in materia di smaltimento dei rifiuti. Un impegno per garantire autonomia al territorio di Parma”.

Commissione ambiente: Commissione a porte chiuse…o quasi

tratto da ParmaRepubblica.it

Commissione a porte chiuse? Si, no, quasi. Oggi alle 15 era in programma lacommissione consiliare Ambiente con all’ordine del giorno l’audizione di Paolo Rabitti, consulente del Comune in materia di rifiuti nominato a fine 2012 per supportare l’ente nella ricostruzione dell’iter di approvazione del termovalorizzatore.
a Giunta del Comune di Parma con la delibera n. 1865/12  ha deciso affidare un incarico professionale esterno di  ”assistenza al RUP finalizzato al supporto tecnico amministrativo inerente le procedure in atto per la realizzazione del Polo Ambientale Integrato per la gestione dei rifiuti di Parma (PAIP)”. L’incarico è stato affidato all’ingegner Paolo Rabitti.
La seduta, prevista in sala del Consiglio comunale, doveva essere inizialmente a porte rigorosamente chiuse ma l’avvocato Arrigo Allegri, venuto a sapere della riunione, si è presentato in municipio e ha partecipato all’incontro che si è dunque trasformato in seduta pubblica ma senza la presenza della stampa (almeno dall’inizio dei lavori).
Anche  sul sito del Comune non c’è traccia della convocazione. Una scelta che appare singolare vista l’importanza che l’Amministrazione dà al tema dei rifiuti – e  dell’inceneritore in particolare – nonché al tema della trasparenza.
Il cronista di Repubblica Parma è comunque riuscito a intercettare le conclusioni  di Rabitti poco prima che la seduta terminasse alle 17,30. Ecco il suo commento sull’inceneritore:  ”Difficile un altro blocco dell’impianto, da un punto di vista tecnico c’è poco da fare. La revoca dell’opera per il Comune sarebbe pesante e pericolosa”.
Al termine dei lavori il presidente della Commissione, il consigliere comunale del M5s Fabrizio Savani, ha voluto scusarsi con la stampa per la mancata convocazione, garantendo che tutte le prossime sedute saranno pubbliche e segnalate per tempo.“Abbiamo secretato per tutelare la privacy nel caso fossero citati dirigenti, poi vista la presenza di alcuni cittadini, e la natura tecnica della relazione di Rabitti, abbiamo successivamente reso pubblica la seduta. Le prossime convocazioni saranno tutte aperte. Mi dispiace e mi scuso per la mancata convocazione, mi accerterò che in futuro saranno tutte segnalate per tempo”.
Non si esclude che in una delle prossime riunioni possa eventualmente essere ascoltato anche l’ex commissario del Comune Mario Ciclosi.

Assemblea Permanente No Inceneritori risponde al m5s: c’eravamo ieri, ci siamo oggi.

In risposta alle dichiarazioni, contenute nella nota del gruppo consigliare del m5s:” dove eravamo negli anni scorsi?” quando “loro” già manifestavano contro l‘inceneritore.
Chi fa parte dell’Assemblea Permanente No Inceneritori, da anni è partecipe attivamente, a movimenti, associazioni, comitati, raccolte firme, discussioni sul tema dei rifiuti.
Da anni, fermamente contrari ad ogni forma di incenerimento, nonché promotori in diversi modi ed a più riprese, della ripubblicizzazione dei servizi locali, della salvaguardia dei Beni Comuni.
Rispondiamo, quindi, che, in tutti questi anni, siamo stati presenti e partecipi anche a tutte le manifestazioni a cui crediamo si riferisca la nota del gruppo consigliare a 5 stelle , così come ad ogni corteo, presidio e dibattito sull’argomento.
Dell‘Assemblea Permanente No Inceneritori fanno parte i cittadini di questa città, stufi di delegare ad altri, le decisioni da prendere, per la difesa del proprio territorio, della propria salute.
Intendete, davvero, chiamare, “avventori dell’ultima ora”  i cittadini liberi e pensanti di questa assemblea?
Fate pure, ma ricordate bene, che al dissenso non si risponde con l’arroccamento.
Come Assemblea Permanente No Inceneritori abbiamo deciso fosse giunto il momento di avere delle risposte seguite da fatti, abbiamo chiesto, al gruppo consigliare a 5 stelle, di prendere una posizione precisa e chiarificatrice.
Questa amministrazione, se davvero si ritiene diversa e nuova per il governo di Parma, deve scegliere da che parte stare.
Ed attenzione, perché da una parte troviamo gli interessi ed i profitti di aziende private costruite con i soldi pubblici, come Iren,dall’altra la salute dei propri cittadini e il futuro delle prossime generazioni.
- Come si può destinare un paio delle vostre  “stelle alla difesa Beni Comuni (acqua, aria, tutela ambientale), senza essere irrremediabilmente in acuta contraddizione rispetto ad un soggetto come Iren, principale autore delle privatizzazioni dei servizi locali?
- Come può il m5s stringere sedicenti accordi con il PD per il rifacimento del C.D.A. IREN? Non rassomiglia decisamente,  allaspartizione del bottino, in cui tanto si è adoperata la vecchia politca dell‘inciucio, da voi sempre osteggiata?
- Da una parte la giunta a 5 stelle ha predicato  l’affossamento di Iren e dall’altra si prendono volentieri i dividendi dell’azienda per l’anno 2013. Non ricadiamo, nuovamente in contraddizione se Iren è la stessa  azienda che privatizza i Beni Comuni e costruisce l’inceneritore, andando in direzione assolutamente contraria alle grandi promesse, da voi elargite, in campagna elettorale?
- Se la posizione non è di contrasto, ma di comodo, qualcuna delle “stelle” non comincia a sembrare “cadente“?
- Come intendete salvaguardare i Beni Comuni, come pensate di andare verso la ripubblicizzazione dei servizi locali, come farete abloccare l’accensione del forno, avendo una posizione a dir poco, ambigua?
Dopo un anno ritenevamo fondamentale porre queste domande all’amministrazione di questa città.
Candidamente, la risposte ci sono parse non molto dissimili a quella date dal Presidente della Provincia, Vincenzo Bernazzoli,non più di una settimana fa: “scalciare” ogni forma di dissenso democratico, erigere un triste muro davanti alle richieste dei cittadini.
L’Assemblea Permanente No Inceneritori ha scelto, dal basso, di fermare l’accensione del mostro, ponendo, imprescindibilmente, una questione democratica.
Noi abbiamo deciso di bandire l’avverbio ormai dal nostro vocabolario.
 Eravamo nel 2009 al fianco del GCR e alla testa di quello stesso corteo che pacificamente sancì in modo inoppugnabile la volontà dei cittadini di Parma rispetto all’apertura dell’inceneritore di Ugozzolo e che inconsapevolmente segnò la strada che avrebbe portato alla caduta della giunta Vignali ed all’affermazione del M5S poi.
Ci chiedevamo, d’altro canto, dove fosse Folli ed il resto del gruppo consigliare a 5 stelle, quando i cittadini di questa città erano davanti ai cancelli dell’increneritore, pronti a bloccare i camion di rifiuti.
 Ci chiediamo dove sta la legalità quando nega l’espressione democratica di una popolazione.
 Ci chiediamo che senso ha la rappresentanza, quando un gruppo giunto al potere con un preciso mandato, evade ogni promessa ed elude ogni aspettativa.
 Dalle risposte ricevute non ci resta che attestare, con sincera preoccupazione, il forte acutizzarsi della distanza, tra chi governa questa città e chi la vive.
Assemblea Permanente No Inceneritori

Inceneritore di Parma: la rivoluzione non è un pranzo di gala!

di Gianluca Foglia
Quando lavoravo in fabbrica, operaio turnista, si parlava di scioperi e ingiustizie, di vertenze e divergenze. Si parlava di andare a Roma a manifestare, quelle grandi manifestazioni con migliaia e migliaia di operai da tutta Italia. Al primo giorno di sciopero grande successo, sempre (quasi mai gli impiegati). Al secondo giorno pochi illusi fuori dai cancelli. Erano gli anni in cui si prendeva a scioperare di lunedì o venerdì, ponte lungo per dirla tutta. Che senso aveva andare a Roma se non eri in grado di meritarti il suolo che calpestavi a casa tua? La rivoluzione è una parola grossa, spesso usata a sproposito, ma quando nella mia città, Parma, non avremo più vandalismo sistematico sulle altalene dei bambini al parco, allora si potrà parlare di rivoluzione.
L’inceneritore di Ugozzolo potrebbe essere il No Tav di Parma, molti sostengono sia stato il cavallo di Troia del M5S per vincere le elezioni, molti di più la tomba del PD che l’ha sempre voluto e gli tocca difenderlo. Ci sono due forni a Parma, si guardano in faccia tanto son vicini: uno esala sapor di profumo (il Mulino Bianco) l’altro esala fumo di cosa lo scopriremo vivendo, sperando. Passando da quelle parti, i miei figli mi chiedono dove abita la principessa, in questi che sembrano castelli moderni, senza draghi né fossati, cavalieri, maghi o re. Quando i figli sono piccoli son come il Piccolo Principe, una risposta va data, sperando che basti o continueranno a domandare per il diritto di sapere. Ma le favole moderne son peggio di quello che riesco a dire. Come posso spegare che pochi giorni fa ho ricevuto una lettera dal Comune di Parma e da Iren dal titolo “Non più rifiuti ma risorse”? In sostanza una bella lettera che annuncia l’estensione della raccolta differenziata spinta, in altre parole che a diventare bravi potremo riciclare un sacco di cose, in sintesi che se siamo virtuosi dovremo trovare una soluzione all’inceneritore o morirà di fame. Son favole moderne, i draghi sono indistinguibili: hanno l’eloquio di amministratori delegati, l’apparenza di camicie stirate, garanzie di tutela. I lupi cattivi sono un privilegio che sta solo nelle fiabe, ormai.
Le favole hanno un inizio, un buono, un cattivo, lo scontro tra bene e male, una fine. Siamo dentro a una metafora: da un lato c’è un forno per incenerire rifiuti e dall’altro un sistema per produrne sempre meno. Eppure l’inceneritore di Ugozzolo doveva bruciare solo i rifiuti del territorio locale, sarà un buon investimento solo se avrà cose da ridurre in fumo. Ma se lo affamo… cosa brucerà?
La rivoluzione non è un pranzo di gala, forse è un piatto sporco nel quale mangiare a mani nude da usare poi come tovagliolo, difficile non imbrattarsi. La rivoluzione è qualcosa che accade prima che il fumo ti offuschi la vista. La rivoluzione è qualcosa che non aspetta il consenso della magistratura, non si aspetta che l’arresto del cattivo sancisca l’indignazione popolare. Intanto l’inceneritore sbuffa i primi rifiuti di prova, mentre Parma spinge sulla raccolta differenziata: siamo a un bivio e tiriamo dritto. Questa favola puzza di bruciato e nel dubbio dirò ai miei figli che è brutta da trattenere il fiato

Inceneritore, autorizzazioni mancanti e lavori incompleti: una lettera per fermarlo

L’ultima speranza per non vedere del fumo uscire dal camino dell’inceneritore il 29 aprile (leggi) è in una lettera. Anzi, in ‘un’osservazione‘, come previsto dal decreto legge 133 del 2005 “in materia di incenerimento dei rifiuti”. ‘Chi sa parli ora o taccia per sempre’, sembra dire il decreto. E allora l’avvocato Arrigo Allegri, nemico storico del forno, parla, ma soprattutto scrive.

Il contenuto è eloquente: ‘elenco di irregolarità che sembrano impedire il preannunciato avvio dell’impianto’. Dieci punti, dieci dubbi che dovrebbero far drizzare le antenne non solo al Comune (con la lettera indirizzata a sindaco, assessore all’ambiente e all’urbanistica e dirigenti) ma anche alla Provincia, al procuratore Laguardia e alla sostituta Dal Monte, all’Arpa e all’Ausl.

Tra le irregolarità spicca la questione delle autorizzazioni. “Con nota indirizzata a Comune di Parma e Provincia – si legge – l’8 aprile Iren ha comunicato l’inizio delle attività affermando che l’Aia (autorizzazione integrata ambientale, ndr) sostituisce ogni altra autorizzazione, visto, nulla osta o parere. Ma non è così. Un impianto assentito con Aia deve ottenere l’autorizzazione all’esercizio. Non basta una comunicazione.”

Sia questa comunicazione, che quella del 13 marzo 2013, in cui Iren comunicava “l’inizio della prima fase di prova incenerendo rifiuti” non ha avuto “la pubblicità prescritta” per legge.

Lo stesso vizio che Allegri ravvisa anche per le valutazioni della Commissione di collaudo: “La pubblicità è necessaria perché sono informazioni connesse all’esercizio. Traspare che nemmeno il Comune di Parma sembra conoscerle.”

C’è poi la questione del certificato di conformità edilizia e di agibilità; certificato la cui competenza “spetta al Comune”, contraddicendo quanto il sindaco aveva dichiarato a Il Mattino di Parma (leggi).

Una questione semplice semplice: “Il rilascio del certificato avviene su comunicazione di fine lavori presentata dal soggetto interessato (e non su richiesta della Provincia). Ed i lavori non sono finiti, visto lo stato del cantiere.

“Si ribadisce poi – continua l’avvocato nella sua lettera – che ove ritenga decaduto il permesso di costruzione, implicato nella procedura di Via (valutazione d’impatto ambientale, ndr) se ne deve pronunciare la decadenza.” Un concetto su cui Allegri torna una seconda volta, in maniera ancora più marcata, chiedendo “la valutazione se si sia verificata la decadenza del permesso di costruzione che, se si è verificata, deve essere pronunciata.”

“Infatti la sentenza del Tar Parma, passata in giudicato, è chiara nell’affermare l’esistenza di un permesso di costruzione implicitamente formatosi. E, per tale circostanza, l’opera in questione è privata. Inutile rilevare che tale decadenza impedirebbe il rilascio del certificato di conformità edilizia e agibilità. Né può tralasciarsi il tema della mancata riscossione degli oneri in relazione al permesso.”

Senza il certificato “la sola Provincia non può consentire l’attivazione dell’impianto.”
La conclusione è una puntura avvelenata contro Iren e la sua corsa ai milioni dei certificati verdi: “La stampa ha evidenziato la necessità che il termovalorizzatore venga messo in esercizio anche per assicurare il promesso beneficio dei certificati verdi fin dal mese di aprile

Rettifica dell’avv. Arrigo Allegri che smentisce la Provincia

Parma, 9 maggio 2013
Alla cortese attenzione di
– Dirigente DIGOS di PARMA
- DR. VINCENZO BERNAZZOLI
PRESIDENTE PROVINCIA di PARMA
- DR. LAGUARDIA
PROCURATORE DELLA REPUBBLICA di PARMA
- Organi di stampa

Comunicato non veritiero della Provincia per quanto concerne l’attività esplicata dallo scrivente in occasione dell’accesso della “Assemblea permanente NO inceneritori”. RICHIESTA DI RETTIFICA.
Nel comunicato della Provincia relativo all’accesso, nell’Ente, di un gruppo di giovani appartenenti alla “Assemblea permanente no inceneritori” sono contenute affermazioni non veritiere concernenti lo scrivente.
1) Non è vero che ho telefonato al Presidente della Provincia ed al Presidente del Consiglio preannunciando che avrebbe avuto luogo davanti alla sede dell’Ente una manifestazione con consegna di una lettera. E’ vero infatti che ho parlato con la segreteria (sig.ra Malcotti Lisa) per concordare la consegna di una lettera ai consiglieri ed avvisare della presenza, nello spazio riservato al pubblico nella sala del Consiglio provinciale, di rappresentanti dell’Assemblea. Tant’è che mi sono informato anche sullo spazio riservato al pubblico.
2) D’altro canto non avrebbe avuto senso alcuno preavvertire i due organi istituzionali di una manifestazione all’esterno; manifestazione che – tra l’altro – non è stata effettuata.
3) Poco prima dell’orario fissato per la seduta del Consiglio sono infatti andato in piazzale della Pace ed ho visto e dialogato con gli appartenenti all’organizzazione, al momento presenti, che aspettavano l’ora di inizio della seduta; altri arrivavano alla spicciolata, sedendosi sulla panchina che circonda il monumento al Partigiano.
4) Avevo predisposto personalmente la bozza della lettera, mandandola con posta elettronica ai giovani dell’”Assemblea”. La hanno stampata e consegnata in numero di copie adeguato. Sono salito dandole alla funzionaria provinciale per la collocazione sulle postazioni dei componenti al Consiglio.
Sceso ed uscito dalla sede della Provincia, mi sono poi incontrato con il Presidente Bernazzoli, salutandoLo con una stretta di mano.
5) A quel punto il Presidente Bernazzoli è entrato in Sede e, quando era a circa un metro dalla soglia, è stato gettato un sacchetto nero al suolo. Si è girato e, con un calcio mirato, ha gettato fuori dall’ingresso il sacchetto, dichiarando che l’edificio è un sede istituzionale e che non si fanno simili azioni. Non sono salito al primo piano, non partecipando al prosieguo degli eventi.
6) E’ vero quindi che ho “collaborato”, nei limiti suindicati, facendomi “portavoce” dell’Assemblea, nel telefonare e chiedere di poter consegnare la lettera; nella stesura della lettera; nella sua consegna.
E la mia presenza nella Sede provinciale si è conclusa con un stretta di mano al Presidente e con la visione del sacchetto gettato nell’atrio al piantone e calciato fuori dal Presidente.
Quanto alle manifestazioni di protesta dei giovani componenti l’Assemblea, le ho condivise, partecipandovi, con precisi limiti, pre-dichiarati ed accettati.
Così è avvenuto anche al momento della manifestazione svoltasi il giorno della preannunciata accensione dell’impianto.
Mio scopo (al di là della protesta contro il TVC) era accertarmi del rispetto di una clausola dell’A.I.A.: la presenza, nella casa colonica, di un monitor atto a permettere al pubblico la lettura dei dati dei “fumi”. Accesso accordatomi soltanto verso il mezzogiorno entrando nel cantiere accompagnato da un Ispettore della Digos; Digos che avevo informato, telefonicamente, il giorno prima.
Chiedo alla Provincia: la rettifica del comunicato in linea con la veridicità della mia versione; e nome di chi abbia stilato il testo definitivo.
Naturalmente depreco che il nome di Parma sia finito sulla stampa per la degenerazione di una manifestazione pacifica, paragonabile (per la “consegna” dei sacchi) a quanto accade in uno spettacolo televisivo (credo “Striscia la notizia”).
Ai componenti l’Assemblea ho già espresso, e confermo, la mia ammirazione per la capacità organizzativa e per la Loro giusta protesta, purché operino nei limiti della legalità.
Chiedo la pubblicazione della mia nota di rettifica con risalto e spazio adeguati.
Allego, alle copie indirizzate alla Digos ed alla Procura della Repubblica, copia della lettera consegnata.
Distinti saluti
Arrigo Allegri

mercoledì 8 maggio 2013

Provincia: un calcio alla salute e un sacco di democrazia


gi pomeriggio, 7 maggio 2013, in occasione del consiglio provinciale, una delegazione dell’Assemblea Permanente No Inceneritori, si è convocata in piazzale della Pace numero 1 per puntare i riflettori, ancora una volta, sull’imminente accensione dell’inceneritore.
I manifestanti, con un’azione pacifica e simbolica, volevano invitare l’amministrazione provinciale ad un’assunzione pubblica delle proprie responsabilità rispetto all’iter di costruzione e accensione dell’ecomostro, non voluto da gran parte della cittadinanza.
L’azione consisteva nella consegna di finti sacchi dell’immondizia, recanti le scritte “democrazia”, “ambiente”, trasparenza”, “soldi pubblici”, “salute”, “futuro”. Al momento della consegna , il presidente provinciale Vincenzo Bernazzoli, ha reagito in maniera a dir poco esagerata, malmenando uno dei dimostranti e ferendolo ad una gamba.
La risposta che questa amministrazione continua a dare alla cittadinanza non parla certo di salute, diritti e democrazia, ma insiste sulla linea della violenza e dell’imposizione, non solo burocraticamente ma anche fisicamente.
La reazione inaspettata, non ha permesso alla delegazione di porre pubblicamente il problema della mancata trasparenza della provincia rispetto alle modalità di funzionamento ed ai tempi accensione dell’inceneritore. L’amministrazione provinciale si è ben guardata dal rendere pubblico l’esito della prova d’accensione, tenutasi lo scorso 29 aprile. Quello che non è stato detto è che la durata della prova non ha rispettato le 50 ore previste, ma si è arrestata dopo solo 11 ore.
L’episodio di oggi conferma, nuovamente, che democrazia e istituzioni pubbliche viaggiano, oramai, in direzioni diametralmente e irrimediabilmente opposte.

Lettera aperta alla Provincia



Alla cortese attenzione di
 - PRESIDENTE
 - CAPIGRUPPO CONSILIARI
 - ING. GABRIELE ALIFRACO
   PROVINCIA DI PARMA
TERMOVALORIZZATORE COOGENERATIVO. ACCENSIONE.
1) IL VIZIO DI ORIGINE. E’ rappresentato dal rilascio dell’A.I.A., per la costruzione e gestione del PAIP, senza previa effettuazione di procedura ad evidenza pubblica. Travisando la convenzione ATO-AMPS del 27.12.2004 (che non prevedeva lo smaltimento). Dimenticando che il rifiuto dopo la raccolta, pagata dai cittadini, ha connotazione di “BENE” e che occorre una procedura ad evidenza pubblica per il suo “utilizzo”; come ha affermato l’Antitrust.
2) E solo una gara poteva assicurare la migliore tecnologia e le migliori condizioni economiche; con la presentazione del P.E.F..
3) ANOMALIE DELLA ACCENSIONE:
a) Perché si è acceso il TVC quando il P.A.I.P. è ancora in costruzione e ben lontano dall’essere ultimato. Tra l’altro la “forestazione” è ancora in uno stadio embrionale e non certo utile per la funzione mangia polveri assegnatale;
b) perché lo si è acceso senza pubblicizzare (come avrebbe dovuto avvenire) la determina che autorizzava l’accensione;
c) perché oltretutto la Provincia avrebbe dovuto rendere noto, attraverso gli organi di informazione (giornali e televisione) modalità e tempi di accensione.
3) PER IL FUTURO.
In sede di Commissione presso codesta Amministrazione un rappresentante del Comune ha sostenuto l’intervenuta decadenza del permesso di costruzione. Con le conseguenze del caso sulla prosecuzione di realizzazione del PAIP. E l’aver già programmato l’avvio dell’impianto per la fine di maggio non ha considerato tale aspetto, non traendo le valutazioni giuridiche e tecniche.
SI CHIEDE che tale accensione avvenga soltanto dopo la ultimazione dei lavori e la verifica della efficacia della forestazione; nonché dopo il certificato di agibilità dell’impianto.
CHIEDENDO al R.U.P., ing. Alifraco, di valutare quanto evidenziato e di riconsiderare le modalità temporali fissate per l’avvio dell’impianto.
Assemblea Permanente No Inceneritori

lunedì 29 aprile 2013

FERMIAMO IL MOSTRO: Il 29 aprile 2013 è solo l’inizio!



Oggi, 29 aprile 2013, alle ore 5.30, i cittadini autoconvocati, dell’assemblea permanente contro gli inceneritori, si sono dati appuntamento in località Ugozzolo davanti all’ingresso del forno.
All’appello dell’assemblea permanente, la città di Parma risponde: bloccati dalle 6 del mattino i tre ingressi all’impianto, con l’intento di non far passare i camion dei rifiuti, in occasione dell’accensione legale.
Accensione fortemente affrettata da Iren, per garantirsi l’accesso agli incentivi delle energie rinnovabili, aventi come scadenza il 30 aprile, per una cifra di 4,5 milioni di euro annui per 15 anni.
Così, il giorno dell’apertura legale dell’impianto, l’inceneritore di Parma ha tutte le fattezze di un cantiere: mancante di alcune autorizzazioni igenico sanitarie, dei permessi d’agibilità da parte del comune, all’oscuro, riferiranno, dell’avvio dell’impianto.
Come assemblea permanente contro gli inceneritori vediamo nella tappa odierna, la capacità che ha avuto un movimento dal basso, di rigenerare con forza e determinazione una coscienza cittadina, da tempo assopita, sull’inevitabilità dell’apertura del mostro. Inoltre, non di poco conto, capace di esplicitare il comportamento autoritario di Iren, operante non solo al di fuori dell’ambito della legittimità tecnica, ma completamente indifferente alle istanze dei propri cittadini, primi interessati e su cui direttamente graverà l’accensione di questo impianto.
Tappa fondamentale che rivela, non da meno, uno stato di immobilismo della macchina comunale, non presente e, quindi incapace di monitorare, di rispondere alle promesse elettorali con i fatti, incapace di scendere dal palazzo e sempre più vicina alla vecchia politica da cui dicevano di smarcarsi.
Ribadiamo, perciò, come questo sia il momento per la cittadinanza di riprendersi democraticamente il diritto di decidere riguardo alla messa in funzione dell’impianto e come attivisti dell’assemblea permanente contro gli inceneritori continueremo ad attraversare giornate come questa, a mobilitarci per ottenere la chiusura dell’impianto di Ugozzolo.
La nostra salute non può far profitto, le nostre vite non sono assoggettabili al gioco delle parti.
Oggi, sono i cittadini ad aver portato i propri corpi davanti al mostro, senza slogan o proclami, mostrandone la fragilità, e di contro, la diretta volontà di portare avanti in prima persona la battaglia contro l’inceneritore. E sono pronti a rifarlo, a dare materialità alla lotta, da costruire in tante ed in tanti, a partire da domani.
Pertanto cogliamo l’occasione per invitare tutte e tutti all’assemblea permanente contro gli inceneritori che si tiene ogni giovedì alle ore 21 in Casa Cantoniera Autogestitaper costruire le prossime tappe di questo percorso reale di avvicinamento alla grande manifestazione del 15 giugno.